Sterilizzazione

Sterilizzazione

ACCORGIMENTI PREOPERATORI

Se è vero che una buona percentuale di decessi ospedalieri sono dovuti ad infezioni crociate contratte dai pazienti nei reparti od in sala operatoria allora si evince la necessità di una assoluta sterilità degli ambienti e soprattutto di tutto lo strumenti.

Come si può osservare dalle foto sono messe in atto tutte le procedure a partire dalle superfici della sala chirurgica odontoiatrica , lo strumentario con relativi box, finanche le singole garze devono essere sterili e non ultimo la copertura del paziente che consente una protezione da possibili infezioni elevatissima.

 

DISINFEZIONE TOTALE DELLA BOCCA

La Full Mouth Disinfection è un protocollo standardizzato di completa disinfezione della bocca, che viene attuato nella pratica clinica odontostomatologica, al fine di abbassare quanto più possibile la carica batterica del cavo orale.

Tale protocollo viene effettuato dall’igienista dentale a quei pazienti, che si presentano in studio con diagnosi di parodontite cronica.
La parodontite è una patologia multifattoriale ad etiologia microbica, vale a dire che è un disturbo, che prevede una certa predisposizione nel corredo genetico, ma è mediato soprattutto dalla presenza di specie microbiche patogene, che proliferano a discapito dei saprofiti orali, provocando così infiammazioni croniche e degenerative, localizzate e generalizzate, a scapito delle mucose orali e dei tessuti di sostegno degli elementi dentari.
Nota la sua causa patogena di origine batterica diviene necessario, durante la terapia non chirurgica , l’ausilio di agenti disinfettanti ad ampio spettro d’azione, che ne consentano di controllarne la loro proliferazione, vista l’identificazione di un preciso ruolo patogeno.
La Clorexidina è un agente chimico, che ha come meccanismo d’azione la distruzione delle membrane cellulari batteriche, sia di gram positivi, che di gram negativi, classificandosi nella scala degli antimicrobici biochimici come batteriostatico e battericida.
La Clorexidina, è un agente chimico, che nel momento in cui viene utilizzato agisce a lento rilascio attuando così un’azione amplificata e durevole oltre il tempo di somministrazione.
I principali agenti microbici che causano la parodontite sono:

– Porphyromonas gingivalis
– Bacteroides forsytus
– Actinobacillus actinomycetem comitans

Si è visto che dopo l’assunzione di Clorexidina, mediante protocollo di F.M.D., si è avuta un’eradicazione, quasi completa, di tali ceppi batterici, che in tal modo vengono debellati, ma al contempo equilibrati nella loro proliferazione ulteriormente ridotta grazie all’eliminazione della causa principale: placca batterica e concrezioni di tartaro.
Il trattamento parodontale unito al protocollo della F.M.D., consente di avere il successo della terapia a breve termine, ma soprattutto a lungo termine grazie a terapia parodontale di supporto (TPS).

 

I SEDUTA OPERATIVA

DECONTAMINAZIONE DEL CAVO ORALE:
• detartrasi sopra/sottogengivale e trattamento delle 2 emiarcate
• sciacqui e gargarismi con Clorexidina 0,2% per 2 minuti durante il trattamento
• irrigazioni tasche parodontali con Clorexidina gel 1% 3 volte in 10 minuti
• trattamento della lingua con Clorexidina gel 1% per 1 minuti
• sciacqui e gargarismi con Clorexidina 0,2% per 2 minuti durante il trattamento

 

DOMICILIARE DELLA DECONTAMINAZIONE DEL CAVO ORALE                 :

• sciacqui con colluttorio Clorexidina 0,2%
• spazzolamento della lingua con Clorexidina gel 1%
• spray Clorexidina 0,2% per zona tonsillare (2 volte al giorno)

II SEDUTA

DECONTAMINAZIONE DEL CAVO ORALE:
• sciacqui e gargarismi con Clorexidina 0,2% per 2 minuti
• stimolazioni manuali gengivali con Clorexidina gel 1% per 10 minuti
• trattamento della lingua con Clorexidina gel 1% per 1 minuti
• sciacqui e gargarismi con Clorexidina 0,2% per 2 minuti

PROTOCOLLO DOMICILIARE DELLA DECONTAMINAZIONE DEL CAVO ORALE:
• sciacqui con colluttorio Clorexidina 0,2%
• spazzolamento della lingua con Clorexidina gel 1%
• spray Clorexidina 0,2% per zona tonsillare (2 volte al giorno)

PROCEDURA DI DISINFEZIONE DOMICILIARE
(2 volte/die per 2 mesi)

– sciacqui con colluttorio Clorexidina 0,2% senza alcol
– spazzolamento della lingua con Clorexidina gel 1%
– spray Clorexidina 0,2% per zona tonsillare

 

LA DISINFEZIONE E LA STERILIZZAZIONE NELLO STUDIO ODONTOIATRICO

E’ necessario realizzare delle linee guida al fine di ottenere la protezione dell’operatore, del personale e del paziente e prevenire quindi il diffondersi di infezioni crociate.

Il controllo delle infezioni rappresenta un argomento di grand’attualità per l’importanza che riveste nell’ambito della salute pubblica.

Non c’è quotidiano o rivista, infatti, che non riporti con frequenza giornaliera articoli relativi a malattie veicolate da batteri e virus, alla loro trasmissione e quindi al problema della prevenzione delle stesse. Come tutti ben sappiamo inoltre lo studio odontoiatrico ed il dentista sono nell’occhio del ciclone per quanto riguarda la trasmissione delle malattie, tant’è vero che il paziente è sempre pronto a mettere in relazione un’infezione subita con un pregresso intervento dal dentista.

è intuibile quindi come dovere del professionista sia non soltanto quello di rispettare scrupolosamente le norme igieniche ma anche quello di aggiornarsi continuamente circa le norme di comportamento nei confronti della prevenzione delle infezioni.

Il problema della sterilità inoltre non riguarda solo l’odontoiatra in prima persona ma è strettamente dipendente dal personale ausiliario che collabora nello studio: addetti alle poltrone, assistenti igienisti, odontotecnici e via dicendo. Per questo motivo è necessario che le norme di disinfezione e prevenzione siano dettate in modo chiaro, a conoscenza di tutto il personale e rispettate da tutti. è necessaria la realizzazione quindi di protocolli di lavoro che devono stabilire i modi ed i tempi per ottenere gli scopi prefissati.

Le norme di disinfezione e sterilizzazione dovrebbero essere scritte e rivedute ad intervalli regolari per permettere gli aggiornamenti; poiché in genere l’odontoiatra è il responsabile dello studio dentistico, a lui è affidato il compito di istruire il personale che a lui afferisce e di cui deve rispondere personalmente.

Lo scopo di questa nota, è quello di fornire le linee guida per la protezione dell’operatore e del personale ausiliario e del paziente al fine di evitare le infezioni crociate.

 

Protezione dell’operatore

Così come tutti i pazienti devono essere considerati a rischio, allo stesso modo da un punto di vista operativo, tutte le terapie devono essere ritenute a rischio anche quelle non invasive, in quanto le modalità di trasmissione delle infezioni sono varie e molteplici (sangue, saliva, fluido gengivale ed aereosol).

Le manovre di protezione e di prevenzione da parte del dentista, iniziano con il trattamento e la pulizia delle mani che deve essere sempre effettuata tra un paziente e l’altro. Il comune sapone e l’acqua sono di per sé sufficienti a rimuovere i microrganismi acquisiti occasionalmente nel contatto diretto o indiretto col paziente (saluti); per una disinfezione più accurata all’operazione precedente può essere fatta seguire il trattamento delle mani con sali di ammonio quaternario, iodofori, alcool al 70% o clorexidina allo 0,5%. E’ bene ricordare, che prima del lavaggio igienico delle mani bisogna provvedere all’allontanamento di tutti quegli effetti personali (anelli e braccialetti) che costituiscono un sito di contaminazione non detergibile.

Dopo questa prima operazione, si esegue la protezione dell’operatore al fine di impedire il passaggio di microrganismi dal proprio corpo verso l’ambiente e viceversa. I componenti che permettono di ottenere tale “effetto barriera” possono essere distinti in:

– Abbigliamento propriamente detto che include camici, pantaloni, cappellini e copriscarpe; i materiali con cui sono realizzati tali indumenti sono i tessuti, i tnt ed i tessuti accoppiati con film di Gore-tex;

– Accessori dell’abbigliamento quali guanti, mascherine, occhiali, maschere facciali, tutti rigorosamente monouso o sterilizzabili;

– Calzature.

 

Protezione del paziente

Le misure di protezione del paziente sono differenziate in base al tipo di trattamento cui deve essere sottoposto; infatti, nel caso di un paziente che deve eseguire una terapia odontoiatrica non chirurgica o comunque non cruenta, ci si può limitare ad un trattamento preventivo del cavo orale con collutori a base di composti quaternari dell’ammonio o di clorexidina e nella protezione del busto con un tovagliolo monouso. Nell’eventualità in cui invece il paziente debba subire un qualsiasi tipo di intervento di chirurgia orale alle manovre precedenti si può aggiungere la detersione di labbra e guance ed il posizionamento sul capo di una cuffia monouso.

Protezione del personale ausiliario

 

L’assistente alla poltrona, dopo l’odontoiatra, è colui che più viene a contatto con il paziente e quindi come tale deve sottoporsi alle misure di prevenzione e protezione precedentemente esposte per l’operatore sanitario.

Il ruolo dell’assistente non è soltanto quello di collaborare alle fasi operative del trattamento odontoiatrico ma è anche quello di mettere in atto tutte le misure che impediscono il propagarsi di infezioni crociate, sia attraverso la preparazione dell’ambiente-studio prima della terapia e sia mediante il riordino ed il riassetto della poltrona e la sterilizzazione degli strumenti. Per quanto riguarda il primo punto ricordiamo che prima di iniziare una terapia bisogna:

– Proteggere con fogli di plastica le aree di difficile disinfezione (maniglie e faretra),

– Preparare i vassoi e lo strumentario mantenendoli coperti fino all’inizio dell’intervento,

– Predisporre il materiale monouso,

– Montare i manipoli precedentemente sterilizzati.

L’altro compito importante dell’assistente è quello di effettuare, alla fine della terapia, una serie di procedure quali la decontaminazione biologica di tutte le superfici potenzialmente interessate (detersione e disinfezione con germicida) nonché la detersione, l’imbustamento e la sterilizzazione di tutti gli strumenti utilizzati.

Un fatto che spesso è ancora oggi trascurato, quando si fa riferimento al controllo delle infezioni, è la possibilità della trasmissione delle infezioni attraverso impronte, cere e manufatti protesici al laboratorio; per questo motivo tutto il materiale che dallo studio viene inviato in laboratorio deve subire la stessa accurata disinfezione riservata a tutto il resto dello strumentario.

La sicurezza per i pazienti. Protocollo di Sterilizzazione

Tutti gli strumenti che utilizziamo per eseguire visite e trattamenti vengono prima detersi e poi sterilizzati attraverso autoclavi di classe B, la migliore e più accreditata procedura, consigliata dal Ministero della Salute.
.Queste apparecchiature sono controllate ad ogni ciclo di sterilizzazione con rilevatori chimici e fisici, e settimanalmente vengono eseguiti test biologici.
Personale altamente preparato segue passo per passo l’intero ciclo, e per tutto lo strumentario chirurgico, dopo essere stato imbustato, viene attivata una procedura di tracciabilità.

Tutto il materiale imbustato viene inoltre sostituito e risterilizzato mensilmente.
Un’infermiera professionale verifica la procedura e ogni quindici giorni controlla i termini di scadenza della sterilizzazione dello strumentario e dei farmaci presenti in studio.
Inoltre, per tutti gli strumenti utilizzati durante gli interventi, viene utilizzata la metodica di tracciabilità, in quanto questi vengono codificati per ogni paziente.

Ciclo di sterilizzazione
Il ciclo di sterilizzazione è composto da varie fasi.

DISINFEZIONE CHIMICA: è un’operazione obbligatoria prevista dal titolo X Dlgs. 81/2008.
Si tratta di una misura di sicurezza di tipo collettivo, che contribuisce alla protezione degli operatori coinvolti nel ciclo di sterilizzazione.
La normativa impone che tutti gli strumenti potenzialmente infetti, prima di essere manipolati, debbano subire un trattamento chimico o fisico per l’abbattimento della carica batterica.
I dispositivi utilizzati per la disinfezione chimica sono vasche apposite e liquidi specifici (come acido paracetico, enzimatici, sali quaternari), mentre per la disinfezione fisica si utilizza un termo-disinfettore con liquidi appositi.
Questa prima fase assicura che gli strumenti abbiano una bassa carica batterica e siano così portati a livello di sicurezza, tutelando l’incolumità degli operatori.

DETERSIONE: la pulizia vera e propria dei dispositivi medici rappresenta un requisito essenziale per la sterilizzazione.
Questa fase ha lo scopo di ridurre di oltre il 90% l’entità della contaminazione microbica e di rimuovere il materiale organico residuato dalla procedura precedente.
La loro persistenza sui dispositivi può infatti ostacolare l’azione dell’agente sterilizzante e vanificare l’intero processo.
I dispositivi utilizzati per la detersione meccanica sono una vasca ad ultrasuoni e i relativi liquidi, mentre per quella manuale vengono utilizzati spazzolini, disinfettante, liquidi di pulizia e detersione finale.

ASCIUGATURA: lo scopo dell’asciugatura è quello di eliminare tutti i residui umidi per evitare fenomeni di corrosione o interazioni sul processo di sterilizzazione.
Gli strumenti devono essere asciutti per essere imbustati.
Durante questa fase utilizziamo un dispositivo ad aria calda, panni di carta e disinfettante.

IMBUSTAMENTO: il confezionamento ha lo scopo di garantire che dopo la sterilizzazione i dispositivi mantengano la sterilità e siano protetti dalla contaminazione da patogeni presenti nell’ambiente.
In questa fase viene utilizzata una termosaldatrice con rotoli di accoppiato carta/plastica, in modo da mantenere gli strumenti in condizione di sterilità nel tempo.
Nel nostro ambulatorio gli strumenti utilizzati in chirurgia vengono imbustati con due buste e risterilizzati ogni due mesi in caso di non utilizzo. Il resto della strumentazione viene imbustato in busta singola, controllato e risterilizzato ogni mese.
Il mercato propone una vasta gamma di buste e rotoli per sterilizzazione: questi dispositivi sono utilizzati in campo medico, ospedaliero, odontoiatrico, veterinario, estetico, podologico e da tutti gli operatori che praticano la sterilizzazione a vapore o a gas.
Sono prodotti realizzati con accoppiato plastico (composto da poliestere e polipropilene) e carta medicale speciale, resistente all’umidità e con alta protezione ai batteri.
Le saldature sono multilinee, vengono eseguite a caldo per evitare la formazione di bolle d’aria, assicurano una perfetta chiusura, non permettono al pulviscolo di insinuarsi nella busta e garantiscono un ideale mantenimento della sterilità.
Gli inchiostri utilizzati sono a base di acqua, mentre gli indicatori di viraggio, presenti ogni 10 centimetri, sono con vapore o gas.
Tutti i dispositivi utilizzati sono prodotti secondo la direttiva EN 868.

TRACCIABILITÀ: è una fase molto importante del sistema di sterilizzazione, permette infatti di identificare il materiale sterilizzato, documentarne l’avvenuta sterilizzazione e sapere su quale paziente è stato utilizzato. Consente inoltre di gestire la data in cui è avvenuta la sterilizzazione e quella di scadenza.
Utilizziamo qui un sistema manuale composto da etichettatrice e apposite etichette e un sistema elettronico con dispositivo elettronico e opportune etichette.
Tali etichette indicano la data di sterilizzazione, la data di scadenza della sterilizzazione, la rintracciabilità del carico sterilizzato, il viraggio con cambio di colore (segno di avvenuta sterilizzazione) e, nei casi di chirurgia, le etichette, verranno apposte sulla cartella clinica del paziente.
È un dispositivo indispensabile per tutti gli studi, contemplato anche nelle linee guida ISPELS. La finalità è di tracciare gli strumenti utilizzati in modo tale da tutelare sia i pazienti che il professionista.

STERILIZZAZIONE: l’inserimento degli strumenti in autoclave è l’atto finale di un sistema preciso, definito e razionale. In questa fase si eliminano tutti i microrganismi presenti su strumenti e materiali e ogni forma di vita viene distrutta, grazie all’interazione di temperatura, pressione e tempo. Utilizziamo, come da obblighi di legge, un’utoclave certificata per sterilizzare carichi di tipo B, come manipoli, turbine e altri corpi cavi.
Si elimina così ogni forma microbica o contaminante presente sugli strumenti utilizzati nella pratica quotidiana.
Nel nostro ambulatorio vengono utilizzate cinque tipologie di test per controllare il corretto funzionamento della sterilizzatrice.
Ad ogni ciclo di sterilizzazione viene inserito, insieme agli strumenti imbustati, il Vaporline che serve per valutare la capacità di viraggio dell’autoclave attraverso i parametri di tempo, temperatura e pressione.
Ogni mattina viene eseguito il Vacuum Test, un ciclo interno dell’autoclave che ha come scopo il controllo del vuoto della macchina stessa.
Una volta la settimana, precisamente tutti i venerdì sera, vengono effettuati l’Attest Test e l’Helix Test: il primo utilizza le colture biologiche e serve per valutare la capacità dell’autoclave di distruggere tutti i microrganismi, incluse le spore, mentre il secondo è un test fisico che valuta la capacità di penetrazione del vapore nei corpi cavi.
Ogni quindici giorni viene eseguito il Bowie & Dick Test che ha lo scopo di valutare il grado di sterilizzazione dei carichi porosi.

 

Fonti: odontoiatra.it

Studio Dentistico Calabria

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