Parodontologia
La parodontologia è quella branca che si occupa della diagnosi e del trattamento delle patologie che affliggono il parodonto (organo di sostegno dei denti naturali, costituito da: osso alveolare, cemento radicolare, legamento parodontale, gengiva. Le cause delle malattie parodontali (colloquialmente sintetizzate dal termine “piorrea”, termine che però andrebbe limitato alla fuoriuscita di pus dalle gengive) sono batteriche, traumatiche, metaboliche. La malattia parodontale può essere distinta in malattia parodontale superficiale (gengiviti) e malattia parodontale profonda (parodontiti). L’etiopatogenesi è prevalentemente batterica, soprattutto Gram-, in presenza di placca muco-batterica. Da studi passati è stato ampiamente dimostrato che la mancanza o un’ insufficiente igiene orale provoca gengiviti in tutti i soggetti, mentre l’instaurarsi della malattia parodontale necessita di una predisposizione individuale dovuta a un deficit immunologico, locale o generale. Un’altra causa di danno parodontale sono i traumi occlusali di primo tipo, cioè quei traumi dovute a forze anomale per intensità, verso o direzione applicate su elementi dentari originariamente sani. Possono incidere anche cause metaboliche: le gengive fanno, di diritto, parte dell’apparato digerente. Se l’alimentazione è innaturale, viziata, carente o eccessiva, o mal combinata, risulta nel tubo digerente una alterazione della normale flora batterica. Queste alterazioni inducono uno stato di intossicazione subcronico, presente ancorché non percepito dalla persona, ma le gengive malate ne costituiscono la spia, uno dei possibili segnali di avvertimento. Se il dentista sospettasse una simile causa dovrebbe integrare la terapia del cavo orale con una riconsiderazione della dieta e dello stile di vita della personaLa parodontologia è una branca dell’Odontoiatria che studia i tessuti del parodonto (peri = attorno; odons = dente) e le patologie ad esso correlate. Il parodonto è costituito 1 – gengiva 2 – osso alveolare 3 – cemento radicolare (tessuto che ricopre la radice del dente) 4 – legamento parodontale. La parodontologia si occupa quindi dell’insieme dei tessuti molli (il legamento periodontale e la gengiva) e duri (cemento e tessuto osseo alveolare) che circondano il dente e che assicurano la sua stabilità nell’arcata alveolare (in condizioni di salute). La parodontologia, si occupa anche delle malattie che interessano il parodonto, queste vengono chiamate genericamentemalattie parodontali o parodontopatie, o piorrea (termine storico oggi ancora utilizzato nella popolazione). Esse sono le parodontiti e le gengiviti.
Eziologia della malattia parodontale
La malattia parodontale è una malattia infettiva multifattoriale sitospecifica. Ovvero: 1) infettiva: la causa necessaria che non può mai mancare sono i batteri (placca batterica); 2) multifattoriale: ha più concause che assieme possono potenziare e aggravare gli effetti della componente infettiva; 3) sitospecifica: ogni dente ed ogni sua zona può esserne colpito in maniera differente, grave, media, minima o nulla; per questo è necessaria una diagnosi accurata dente per dente.
La malattia parodontale può presentarsi come gengivite o parodontite, la prima comporta con la guarigione la “restitutio ad integrum” dei tessuti di sostegno, la seconda comporta sempre dopo guarigione una lesione irreversibile.
Incidenza della malattia parodontale
Si calcola che almeno dieci milioni di italiani soffrano di tali malattie dopo i trenta anni di età; con la malattia parodontale si perde “attacco” (attacco epiteliale, che in realtà non si perde, ma si sposta apicalmente, allontanandosi dal dente verso la radice) e osso alveolare. Queste modifiche anatomiche del parodonto sono conseguenze della malattia portano a due possibili manifestazioni cliniche: 1 – recessione gengivale (gengiva abbassata che si evidenzia con un dente più lungo) 2 – tasca parodontale (gengiva nella posizione corretta, ma l’osso e l’attacco si sono spostati apicalmente lungo la radice, formando così uno spazio vuoto chiamato tasca parodontale)
Patologia parodontale aggressiva infantile
Anche nei bambini questa malattia può insorgere ed è prevalentemente dovuta a un microrganismo: l’actinomices actinomicetemcomitans. Altre condizioni possono favorirla anatomiche particolarmente sfavorevoli che agevolano la perdita di gengiva; una scarsa igiene e una infiammazione conseguente possono aggravare le lesioni Solitamente guarisce dopo opportuno trattamento antibiotico ed il ripristino di pratiche corrette di igiene orale.La parodontologia è una branca dell’Odontoiatria che si occupa della diagnosi e terapia delle malattie che interessano il Parodonto (organo di sostegno del dente).
Che cosa è la parodontite o piorrea?
La piorrea (chiamata anche parodontite, parodontosi, malattia parodontale) è un’infezione cronica delle strutture parodontali. Essa viene causata da particolari tipi di batteri, in parte anaerobici (viventi in assenza di ossigeno), e decorre solitamente in modo asintomatica. Il nostro cavo orale è normalmente colonizzata da più di 500 tipi diversi di batteri. Il nostro organismo per mezzo del sistema immunitario riesce normalmente a tenerli a bada finché non diventano troppo numerosi. Se l’igiene orale è trascurata, i batteri formano la cosiddetta placca batterica o dentale, uno strato appiccicoso, nel quale i batteri possono facilmente moltiplicarsi in maniera indisturbata. Le tossine prodotte da questi batteri, portano dapprima alla gengivite che si manifesta con gengive che sanguinano quando spazzoliamo i denti.Se la gengivite perdura più a lungo, l’infiammazione può estendersi dalle gengive all’apparato parodontale sottostante fino a distruggere le fibre parodontali e l’osso alveolare che sorreggono i denti, creando la malattia parodontale o piorrea. Si formano allora delle tasche prima gengivali, poi ossee (tasche intraossee), che nascondono al loro interno residui di tartaro e placca batterica automantenendo la patologia.La malattia parodontale, se trascurata, inevitabilmente progredisce, portando alla completa distruzione dell’organo di sostegno dei denti con comparsa di mobilità fino alla perdita dei denti. Oggi la piorrea si può prevenire e curare efficacemente, purché non la si trascuri fino a portarla agli ultimi stadi. E’ importante però conoscere cos’è e come si manifesta negli stadi iniziali.
I progressi fatti in questa branca, permettono oggi di conoscere la predisposizione individuale a sviluppare la malattia e di diagnosticarla precocemente.
Per effettuare questo è necessario sottoporsi a 2 semplici test:
- Test Genetico, eseguito su un prelievo di saliva.
- Test Microbiologico, eseguito su un campione di fluido della tasca parodontale.
Il test microbiologico si effettua eseguendo una coltura e ricercando il DNA dei germi specifici responsabili della malattia.
Il nostro studio è specializzato nella diagnosi e cura delle malattie parodontali, potendo offrire ai nostri pazienti le seguente terapie parodontali:
- Profilassi e igiene dentale professionale
- Esami batteriologici e genetici per la diagnosi della piorrea
- Laserterapia per la decontaminazione delle tasche parodontali
- Terapia chirurgica con rigenerazione tissutale guidata (GTR)
- Terapie chirurgiche estetiche muco gengivali
Quali sono i fattori che favoriscono la piorrea?
- Igiene orale inadeguata: E’ la causa principale della stragrande maggioranza dei casi di parodontite. La placca batterica provoca prima la gengivite che poi diventa piorrea. Soprattutto in presenza di altri fattori di rischio l’igiene orale gioca un ruolo determinante.
- Fumo: Solo da pochi anni si è scoperto che i forti fumatori (10 e più sigarette per giorno) hanno un rischio più elevato di contrarre la piorrea piu’ che i non-fumatori. La piorrea nei fumatori avanza spesso più rapidamente e ha un decorso più aggressivo e risponde meno alle cure.
- Predisposizione genetica: Certe persone soffrono di malattia parodontale nonostante un’igiene orale eseguita in maniera impeccabile, mentre altri possono vantare strutture parodontali sane pur avendo ammassi di tartaro e placca. Questo è dovuto al fatto che circa il 30% della popolazione ha ereditato un gene che predispone alla malattia parodontale. Con il test genetico (ParoGen® Test) possiamo verificare con un semplice prelievo di saliva se il paziente è predisposto o meno alla piorrea.
- Stress: Molti studi scientifici hanno messo in evidenza una corrispondenza fra lo stress e la malattia parodontale, dovuto probabilmente al fatto che lo stress indebolisce le difese immunitarie.
- Gravidanza: Le forti fluttuazioni ormonali favoriscono l’insorgenza di gengivite e parodontite.
- Patologie generali: Sopratutto il diabete scompensato con glicemia alta e certe forme di artrite reumatoide nonché le deficienze immunitarie congenite o acquisite (p.e. AIDS).
Da cosa si riconosce la piorrea?
Essendo la malattia parodontale una patologia cronica e indolore, i primi sintomi solitamente non sono molto specifici.
Per aiutarsi nell’autodiagnosi si possono considerare i sintomi indicati qui di seguito. Se qualcuno di questi è presente si dovrebbe consultare un dentista con esperienza in parodontologia (Parodontologo), per sottoporsi a visita specialistica, a specifici esami radiologicie ad uno specifico programma di cure.
- Dolore alle gengive
- Gengive che sanguinano quando si spazzolano
- Spazi che si sviluppano fra i denti
- Gengive gonfie o tese
- Gengive che si allontanano dal colletto facendo apparire i denti più lunghi di prima
- Alito cattivo persistente
- Comparsa di pus fra i denti e le gengive
- Comparsa di sensibilità dei denti durante la masticazione
- Gengive facilmente traumatizzabili, cuscino sporco di sangue al risveglio
- Denti che non si mantengono stabili durante la masticazione (mobilità dentaria)
La vera diagnosi come abbiamo visto è demandata allo specialista esperto nella cura della malattia parodontale. I mezzi diagnostici principali sono:
- Radiografie (Full o Staus Parodontale o Sergrafia)
- Sondaggio delle tasche parodontali
- Compilazione della Cartella Parodontale
Per effettuare il sondaggio parodontale, si usa una sonda graduata (Sonda Parodontale) è delicatamente inserita all’interno del bordo gengivale misurando in 6 punti diversi per ogni dente la profondità delle tasche gengivali. Se le gengive sono intatte, la profondità misurata sarà di 1-3 mm. Valori oltre 4 mm di profondità segnalano spesso una eventuale presenza della malattia.Full fotografico.Quali sono le conseguenze della piorrea?
Bisogna distinguere fra:
- Conseguenze locali per i tessuti parodontali
- Ripercussioni a distanza sulla salute in generale.
Conseguenze locali per i tessuti parodontali
Una delle più frequenti conseguenze della malattia è la comparsa di recessioni gengivali, che comportano in primo luogo una compromissione estetica, la scoperta dei colletti e delle superfici radicolari favorisce ipersensibilità e carie. In stadio più avanzato si assiste all’allentamento o alla migrazione dei denti, fino alla loro perdita.
Ripercussioni a distanza sulla salute in generale.
Recentemente alcuni studi scientifici hanno messo in evidenza che, i pazienti affetti da piorrea hanno oltre che un elevato rischio di incorrere nella insorgenza della endocardite batterica, anche un rischio 2-3 volte maggiore, rispetto agli altri, di avere un infarto cardiaco o un ictus cerebrale. Inoltre, per le donne parodontopatiche in gravidanza, la probabilità di un aborto spontaneo o di un parto prematuro aumenta di circa otto volte.
Questi fenomeni si spiegano con la disseminazione per via ematica dei batteri che causano la parodontite.
La piorrea è curabile?
La piorrea o malattia parodontale è oggi curabile, ma la sua terapia mira essenzialmente a bloccare il suo andamento cronico degenerativo.
Oggigiorno però, l’approccio terapeutico è completamente cambiato, si è passati da una terapia del passato prettamente chirurgica ad una terapia più moderna che è invece essenzialmente non chirurgica.
Dopo la formulazione della corretta diagnosi, il paziente passa attraversa una prima ed inevitabile terapia iniziale chiamata appunto “preparazione iniziale o terapia causale”. Dopo questa prima fase, se è necessario il paziente sarà sottoposto ad eventuali terapie secondarie di tipo chirurgico e non, che vedremo in seguito.
La prima fase di cura quindi è la terapia iniziale o terapia causale la quale mira a migliorare l’igiene orale del paziente attraverso la sua stessa consapevolezza. Se il paziente collabora, già la terapia iniziale porta a un netto miglioramento delle condizioni parodontali. Se si tratta soltanto di gengivite, i tessuti possono guarire senza postumi.
La terapia non chirurgica della malattia parodontale.
(Terapia Causale o Preparazione Iniziale) (V. anche la sessione Igiene Orale e Profilassi)
I risultati attesi dalla terapia causale sono:
- Miglioramento del livello di collaborazione e di partecipazione del paziente.
- Riduzione significativa e stabile della quantità di placca batterica e tartaro depositati sulle superfici dentali.
- Eliminazione o riduzione dei segni clinici di infiammazione marginale (quali rossore, edema e sanguinamento)
Questi risultati si ottengono attraverso le seguenti passaggi:
1. Rimozione della placca batterica e del tartaro sopragengivale e sottogengivale con metodiche di detartrasi ultrasonica e l’uso di strumenti manuali, curettes (Scaling e rootplanig o Levigatura radicolare).
2. Informazione, istruzione e motivazione del paziente ad una corretta igiene orale quotidiana, attraverso corrette metodiche riguardanti la rimozione meccanica della placca batterica dalla cavità orale, utilizzo di spazzolino manuale e strumenti per la pulizia delle superfici interdentali (filo interdentale). Il controllo meccanico della placca sopragengivale può essere aiutato da un controllo chimico (colluttori e gel), tenendo presente che, a lungo termine, gli agenti chimici antiplacca mostrano una riduzione dei benefici e la comparsa di effetti secondari.
3. Controllo dei fattori che influenzano la progressione della malattia, quali il fumo e il diabete.
4. Eliminazione dei fattori ritentivi di placca, quali otturazioni e margini protesici debordanti, carie, tartaro, cemento radicolare contaminato, e questo per favorire le manovre di igiene orale e per ristabilire un’anatomia dento-gengivale favorevole al controllo di placca.
5. Lucidatura e rifinitura delle superfici dentali
6. Un importante fattore di efficiente del servizio di igiene orale è una pronta consegna al paziente degli strumenti per la sua igiene domiciliare, infatti questo risparmia loro il tempo e l’impegno di trovarli e comprarli.
Se è l’ambulatorio stesso a fornire al paziente gli strumenti necessari e le indicazioni necessarie e mirate, il paziente sarà costantemente in grado di effettuare a casa la propria igiene e, di conseguenza, avrà molte meno difficoltà a mantenere un buon controllo della placca.
Levigatura delle radici
Dopo la rimozione della placca batterica, del tartaro sopragengivale e dopo le istruzioni ad un’accurata igiene orale domiciliare, il paziente verra’ sottoposto a un sondaggio parodontale, con compilazione della Cartella Parodontale. Se si scopre la presenza di tasche profonde, il successivo passo terapeutico consisterà nella levigatura sottogengivale delle radici, il cosiddetto “scaling” o “root planing”. Anche questa misura è eseguita in modo indolore dall’igienista o dall’odontoiatra sotto anestesia locale.Antibiotici contro la piorrea
Negli ultimi anni il ruolo della terapia antibiotica sta diventando sempre più importante nella cura della malattia parodontale. Si parte dal fatto che la piorrea è un’infezione batterica causata da germi ben conosciuti che sono facilmente individuabili tramite un semplice test microbiologico (PadoTest). Il prelievo dalle tasche parodontali viene fatto con punte di carta sterili, inviandoli poi ad un laboratorio microbiologico specializzato. Pochi giorni dopo si riceve un’analisi quantitativa e qualitativa della flora batterica che colonizza le tasche. A questo punto è possibile adoperare un trattamento antibiotico mirato contro i germi individuati.
Gli antibiotici vengono somministrati sotto forma di compresse per un periodo di 1-2 settimane. Delle volte occorre anche una combinazione di due antibiotici diversi per aumentarne l’efficacia.
Nuovi studi scientifici attestano che, insieme al trattamento locale (terapia causale), un corretto utilizzo di antibiotici, in molti casi si riesce ad eliminare i batteri dalle tasche e ad arrivare alla guarigione completa delle gengive e dell’apparato parodontale.
Test genetico
Perché ci sono pazienti che soffrono di piorrea nonostante un’accurata igiene orale, mentre altri possono vantare gengive sane a dispetto di notevoli accumuli di tartaro e placca? Come mai ci sono intere famiglie colpite dalla parodontite? Oggi la scienza ha finalmente trovato una risposta a queste domande.
Circa il 30% della popolazione è geneticamente predisposto alla malattia parodontale. Con un semplice prelievo di saliva tramite un tampone (PadoGenTest®) siamo in grado di identificare questi pazienti. Essi corrono un grave rischio di sviluppare una piorrea e necessitano quindi di particolare sorveglianza. Innanzi tutto devono evitare tutti gli altri fattori di rischio (come il fumo) e mantenere un’igiene orale impeccabile. Nel nostro studio impieghiamo un laser chirurgico ai Diodi di ultima generazione. Questo strumento è particolarmente utile nei trattamenti parodontali. Il suo raggio focalizzato è talmente energetico che vaporizza tutti i microrganismi alla sua portata. Un altro vantaggio di questo trattamento è l’assenza di dolori per il paziente. Va comunque ricordato che la sua efficacia è sempre subordinata al trattamento preliminare di terapia causale.
La terapia chirurgica della malattia parodontale.(Chirurgia parodontale)
Mentre fino a pochi anni fa la terapia chirurgica parodontale era la terapia più frequentemente utilizzata nella cura della piorrea, oggigiorno siamo molto più cauti nell’impiego del bisturi. L’opzione chirurgica viene presa in considerazione soltanto qualora permangano delle tasche profonde dopo la prima fase di terapia non chirurgica vista precedentemente.
L’obiettivo della chirurgia parodontale è l’eliminazione delle tasche gengivali ed ossee. Le tecniche per l’eliminazione chirurgica delle tasche parodontali sono differenti a seconda del tipo di riassorbimento osseo di cui il paziente è affetto.
Il riassorbimento osseo nel corso della malattia parodontale può decorrere essenzialmente in due modalità differenti:
- Riassorbimento Orizzontale (Tasche sovraossee)
- Riassorbimento Verticale (Tasche Infraossee)
La terapia chirurgica parodontale in corso di lesioni sovraossee (Riassorbimento osseo Orrizzontale) è la Chirurgia ossea resettiva.
La terapia chirurgica parodontale in corso di lesioni infraossee (Riassorbimento osseo Verticale) è la Chirurgia ossea Rigenerativa (GTR).
La rivoluzionaria metodica di GTR (Guided Tissue Regeneration = Rigenerazione tissutale guidata) rende possibile rigenerare e ricostruire il tessuto parodontale perduto.
I difetti ossei vengono riempiti da sostituti ossei sintetici e coperti di membrane riassorbibili, protetto dalla membrana, il materiale riempitivo si trasforma in osso.
Emdogain: Fattore di crescita per la rigenerazione parodontale indotta (ITR)
Un’altra valida applicazione per la rigenerazione delle strutture parodontali è l’uso di fattori di crescita. Dopo la levigatura radicolare viene applicato un gel contenente una miscela di proteine bioattive, di nome commerciale Emdogain che induce la riformazione dell’osso e dei tessuti parodontali. Ambedue le metodiche rigenerative (GTR e Emdogain) sono scientificamente ben documentate e regolarmente impiegate nel nostro studio. Gli interventi chirurgici parodontali sono normalmente eseguiti in modo indolore sotto anestesia locale e pretrattamento farmacologico se è necessario.
Chirurgia muco gengivale
Vedi anche la sessione chirurgia orale “Chirurgia Preprotesica”
La chirurgia parodontale oltre alla terapia della piorrea come abbiamo visto precedentemente, si interessa anche della risoluzione di eventuali danni estetici delle gengive ed anche della risoluzione di difetti gengivali e del sorriso presenti geneticamente in alcuni individui.
Un bel sorriso è composto da un armonioso insieme di denti e gengive. Una recessione gengivale, può quindi arrecare danni non solo funzionali ma anche estetici. Con le nuove tecniche microchirurgiche si riesce in molti casi a porre rimedio a tali compromissioni.
Delle volte, anche l’effetto contrario può essere indesiderato. Le gengive coprono una parte eccessiva dei denti che di conseguenza appaiono troppo corti. Questo fenomeno non raro è chiamato anche gummy smile (sorriso gengivale).
Anche in questo caso, la chirurgia parodontale estetica può rimediare: Con il laser o con il bisturi il tessuto in eccesso è delicatamente rimosso in modo indolore ripristinando la sagoma armonica dei denti.Fase di mantenimento
Al termine della fase attiva di terapia, il paziente parodontale passa alla fase di mantenimento dello stato di salute parodontale raggiunto. Questa fase è basata su periodici richiami per le visite di controllo che possono coincidere con le sedute d’igiene orale. La frequenza dei richiami può variare, secondo la gravità della situazione parodontale e a seconda della riposta comportamentale del paziente da 2-6 mesi. Studi scientifici hanno provato che questa fase di mantenimento costituisce la vera chiave di successo per ottenere buoni e duraturi risultati terapeutici.
Di conseguenza, tutti i pazienti parodontali in fase di mantenimento, sono sottoposti regolarmente ai seguenti esami: indici di placca e di sanguinamento gengivale, sondaggio parodontale (misurazione delle tasche), radiografie endorali.
Domande e risposte sulla parodontite
È possibile che io soffra di piorrea, benché io non senta alcun disturbo?
Al contrario di altre patologie, la parodontite decorre, per lo più, in maniera asintomatica, cioè essa non causa sintomi dolorosi o vistosi. Spesso ci sono, però, segni poco caratteristici come il sanguinamento gengivale. Ma non si tratta di sintomi affidabili. Nei fumatori, per esempio, delle volte, la ridotta irrorazione sanguigna fa sì che le gengive non sanguinino neppure in caso di grave piorrea. La malattia parodontale può diventare dolorosa soltanto allo stadio avanzato, quando si possono formare ascessi. Anche la mobilità dei denti può causare dolori alla masticazione.
Posso avere la piorrea nonostante io non presenti segni visibili di recessione gengivale?
La parodontite porta alla distruzione dell’apparato di sostegno del dente, cioè di osso, fibre e gengiva. I tessuti gonfi dovuti alla infiammazione possono, però, mascherare questo processo cronico che diventa visibile soltanto quando è già molto progredito.
La cura della piorrea è molto dolorosa? Ho sentito parlare di grossi interventi.
Tutte le terapie parodontali, dalla fase iniziale alla chirurgia, sono eseguite sotto anestesia locale e in modo assolutamente indolore. Grazie alle moderne tecnologie, oggi in molti casi possiamo fare a meno di interventi chirurgici.
Ho spesso l’alito cattivo. Può avere a che fare con la piorrea?
In più del 80 per cento dei casi l’alitosi (l’alito cattivo) deriva dal cavo orale. La malattia parodontale gioca un ruolo determinante in questo contesto, in quanto i batteri nelle tasche parodontali emettono dei gas solforici maleodoranti. I pazienti che soffrono d’alitosi dovrebbero perciò consultare dapprima il medico dentista.